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풍경소리

WIND BELL

Pope: Clericalism distances the people from the Church !- 교황님, 성직자제일주의는 신도들을 교회와 멀어지게 하고, 교회를 떠나게 하는 惡이다!

글 : Msgr. Byon

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2016년 12월 13일, 사제서품 47주년을 맞아, 또, 바로 탄신 80주년 생신일을 맞으시며,
평소와 다름없이,교황께서 거처하시는 "성녀 Marta의 집" (교황청 객사) 숙소의 소성당에서
위원회 참석차 와서 머무는 몇 분 주교님들과 직원들과 함께, 아침 미사를 드리시며,강론에서,
 
"오늘의 교회 안에서도 법규와 규정을 내세워, 좀 안다는 성직자들이 신도들을 교회로부터 떠나게 하고 멀어지게 하고 있다"고 강조하셨다. 
 
성직자들의 개인 기념일이나 축일을 좀 거창하고 요란하게(?) 거행하려는 관습은 교황성하의 개인 축일 경축을 교과서로 삼아야 하지 않을까?! <전문 번역 추후 소개- Msgr. Byon>

  
Pope: Clericalism distances the people from the Church
 
2016-12-13 Vatican Radio
(Vatican Radio) The spirit of clericalism is an evil that is present in the Church today, Pope Francis said, and the victim of this spirit is the people, who feel discarded and abused. That was the Pope’s message in the homily at the morning Mass at the Casa Santa Marta.
 
Among those taking part in the Mass were the members of the Council of cardinals, who are meeting with the Pope this week in Rome.
 
In his homily, Pope Francis warned pastors of the dangers of becoming “intellectuals of religion” with a morality far from the Revelation of God.
 
The poor and humble people who have faith in the Lord are the victims of the “intellectuals of religion,” those who are “seduced by clericalism,” who will be preceded in the Kingdom of Heaven by repentant sinners.
 
The law of the high priests is far from Revelation
 
The Pope directed his attention to Jesus, who in the day’s Gospel turns to the chief priests and the elders of the people, and focuses precisely on their role. “They had juridical, moral, religious authority,” he said. “They decided everything.” Annas and Caiaphas, for example, “judged Jesus,” they were the high priests who “decided to kill Lazarus”; Judas, too, went to them to “bargain,” and thus “Jesus was sold.” They arrived at this state of “arrogance and tyranny towards the people,” the Pope said, by instrumentalizing the law:
 
But a law that they have remade many times: so many times, to the point that they had arrived at 500 commandments. Everything was regulated, everything! A law scientifically constructed, because this people was wise, they understood well. They made all these nuances, no? But it was a law without memory: they had forgotten the First Commandment, which God had given to our father Abraham: “Walk in my presence and be blameless.” They did not walk: they always stopped in their own convictions. They were not blameless!
 
The people discarded by the intellectuals of religion
 
And so, the Pope said, they had forgotten the Ten Commandments of Moses”: “With the law they themselves had made – intellectualistic, sophisticated, casuistic – they cancelled the law the Lord had made, they lacked the memory that connects the current moment with Revelation.” In the past their victim was Jesus; in a similar way, now their victim is “the humble and poor people who trust in the Lord,” “those who are discarded,” those who understand repentance even if they do not fulfill the law, and suffer these injustices. They feel “condemned,” and “abused,” the Pope said, by those who are vain, proud, arrogant.” And one who was cast aside by these people, Pope Francis observed, was Judas:
 
Judas was a traitor, he sinned gravely, eh! He sinned forcefully. But then the Gospel says, “He repented, and went to them to return the money.” And what did they do? “But you were our associate. Be calm… We have the power to forgive you for everything!” No! “Make whatever arrangement you can!” [they said.] “It’s your problem!” And they left him alone: discarded! The poor Judas, a traitor and repentant, was not welcomed by the pastors. Because these people had forgotten what it was to be a pastor. They were the intellectuals of religion, those who had the power, who advanced the catechesis of the people with a morality composed by their own intelligence and not by the revelation.
 
The evil of clericalism can still be found in the Church today
 
 “A humble people, discarded and beaten by these people.” Even today, the Pope observed, this sometimes happens in the Church. “There is that spirit of clericalism,” he explained: “Clerics feel they are superior, they are far from the people”; they have no time to hear the poor, the suffering, prisoners, the sick”:
 
The evil of clericalism is a very ugly thing! It is a new edition of these people. And the victim is the same: the poor and humble people that awaits the Lord. The Father has always sought to be close to us: He sent His Son. We are waiting, waiting in joyful expectation, exulting. But the Son didn’t join the game of these people: The Son went with the sick, the poor, the discarded, the publicans, the sinners – and that is scandalous – the prostitutes. Today, too, Jesus says to all of us, and even to those who are seduced by clericalism: “The sinners and the prostitutes will go before you into the Kingdom of Heaven.”
(from Vatican Radio)
 
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Papa: il clericalismo è un male che allontana il popolo dalla Chiesa
 
Lo spirito del clericalismo è un male presente anche oggi nella Chiesa e la vittima è il popolo, che si sente scartato, abusato. E’ quanto ha affermato il Papa nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, nel giorno del 47.mo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Erano presenti alla celebrazione anche i cardinali del Consiglio dei nove. Francesco ha messo in guardia i pastori dal diventare intellettuali della religione con una morale lontana dalla Rivelazione di Dio. Il servizio di Gabriella Ceraso:
 
Il popolo umile e povero che ha fede nel Signore è la vittima degli “intellettuali della religione”, “i sedotti dal clericalismo”, che nel Regno dei cieli saranno preceduti dai peccatori pentiti.
 
La legge dei sommi sacerdoti lontana dalla Rivelazione
Il Papa citando Gesù che nell’odierno Vangelo di Matteo si rivolge ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, si sofferma proprio sul loro ruolo. “Avevano l’autorità giuridica, morale, religiosa”,dice, ”decidevano tutto”. Anna e Caifa, per esempio,spiega Francesco, “hanno giudicato Gesù”, erano i sacerdoti e i capi che hanno “deciso di uccidere Lazzaro”, o ancora, da loro è andato Giuda per “negoziare” e così “è stato venduto Gesù”. Uno stato di “prepotenza e tirannia verso il popolo” a cui sono arrivati, dice il Papa, strumentalizzando la legge:
 
“Ma una legge che loro hanno rifatto tante volte: tante volte fino ad arrivare perfino a 500 comandamenti. Tutto era regolato, tutto! Una legge scientificamente costruita, perché questa gente era saggia, conosceva bene. Facevano tutte queste sfumature, no? Ma era una legge senza memoria: avevano dimenticato il Primo Comandamento, che Dio ha dato al nostro padre Abramo: 'Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile' ".
 
Il popolo scartato dagli intellettuali della religione
Loro dunque, prosegue Francesco, “avevano dimenticato i Dieci Comandamenti di Mosè”: “con la legge fatta da loro”, “intellettualistica, sofisticata, casistica”, “cancellano la legge fatta dal Signore”, mancano della “memoria che attacca l’oggi con la Rivelazione”. E la loro vittima, come è stato Gesù, è ogni giorno il “popolo umile e povero che confida nel Signore”, “quelli che sono scartati”, sottolinea il Papa, che conoscono il pentimento anche se non compiono la legge, e soffrono queste ingiustizie. Si sentono “condannati”, “abusati”, ribadisce Francesco, da chi è “vanitoso, orgoglioso, superbo”. E “uno scarto di questa gente”, osserva il Papa, è stato Giuda:
 
“Giuda è stato un traditore, ha peccato di brutto, eh! Ha peccato forte. Ma poi il Vangelo dice: 'Pentito, è andato da loro a ridare le monete'. E loro cosa hanno fatto? 'Ma, tu sei stato il nostro socio. Stai tranquillo… Noi abbiamo il potere di perdonarti tutto!'. No! 'Arrangiati come tu puoi! E’ un problema tuo!'. E lo hanno lasciato solo: scartato! Il povero Giuda traditore e pentito non è stato accolto dai pastori. Perché questi avevano dimenticato cosa fosse un pastore. Erano gli intellettuali della religione, quelli che avevano il potere, che portavano avanti la catechesi del popolo con una morale fatta dalla loro intelligenza e non dalla rivelazione di Dio”.
 
“Un popolo umile, scartato e bastonato da questa gente”: anche oggi, è l’osservazione di Francesco, nella Chiesa accadono queste cose . “C’è quello spirito di clericalismo”,spiega, “i chierici si sentono superiori, si allontanano dalla gente,”non hanno tempo per ascoltare i poveri, i sofferenti, i carcerati, gli ammalati”:
 
Il male del clericalismo c'è anche nella Chiesa di oggi
“Il male del clericalismo è una cosa molto brutta! E’ una edizione nuova di questa gente. E la vittima è la stessa: il popolo povero e umile, che aspetta nel Signore. Il Padre sempre ha cercato di avvicinarsi a noi: ha inviato suo Figlio. Stiamo aspettando, aspettando in attesa gioiosa, esultanti. Ma il Figlio non è entrato nel gioco di questa gente: il Figlio è andato con gli ammalati, i poveri, gli scartati, i pubblicani, i peccatori - ed è scandaloso quello…  -  le prostitute. Anche oggi Gesù dice a tutti noi e a anche a quelli che sono sedotti dal clericalismo: “I peccatori e le prostitute andranno avanti a voi nel Regno dei Cieli”.
(Da Radio Vaticana)
 

80 anni del Papa, Messa con i cardinali. Testo omelia

2016-12-17 Radio Vaticana
Papa Francesco compie oggi 80 anni. Da tutto il mondo gli stanno giungendo auguri affettuosi: da capi di Stato, leader religiosi a semplici fedeli e persone di ogni credo. Stamane, per questa occasione, il Papa ha concelebrato la Messa nella Cappella Paolina in Vaticano con i cardinali presenti a Roma. Il cardinale decano Angelo Sodano ha aperto la celebrazione con un saluto al Papa, porgendogli gli auguri da parte di tutti i cardinali: "oggi - ha detto - abbiamo voluto concelebrare con Lei questa Santa Messa per ringraziare il Signore per averla scelta per questa missione e per tutto l’amore con cui ella sta svolgendo questa missione". Al centro dell'omelia del Papa l'apertura del Vangelo secondo Matteo che racconta la genealogia di Gesù. Pubblichiamo di seguito il testo dell'omelia:
Nel momento in cui la vigilante attesa si fa più intensa nel percorso dell’Avvento; in questo momento in cui la Chiesa, oggi, incomincia a pregare con le grandi antifone, momento forte nel quale ci avviciniamo al Natale, la Liturgia ci fa fermare un po’. Dice: “Fermiamoci”, e ci fa leggere questo passo del Vangelo. Cosa significa questo fermarsi in un momento che va progredendo in intensità? Semplicemente, la Chiesa vuole che noi facciamo memoria: “Fermati, e fa’ memoria. Guarda indietro, guarda la strada”. La memoria: questo atteggiamento deuteronomico che dà all’anima tanta forza. La memoria che la Scrittura stessa sottolinea come modo di pregare, di incontrare Dio. «Ricordatevi i vostri capi», ci dice l’autore della Lettera agli Ebrei (13,7). «Richiamate alla memoria quei primi giorni…» (Eb 10,32): la stessa cosa. E poi, nella stessa Lettera, quella schiera di testimoni, nel capitolo XI, che hanno fatto strada per arrivare alla pienezza dei tempi: “Fate memoria, guardate indietro per poter andare meglio avanti”. Questo è il significato della giornata liturgica di oggi: la grazia della memoria. Bisogna chiedere questa grazia: non dimenticare.
E’ proprio dell’amore il non dimenticare; è proprio dell’amore l’avere sempre sotto gli occhi tanto, tanto bene che abbiamo ricevuto; è proprio dell’amore guardare la storia: da dove veniamo, i nostri padri, i nostri antenati, il cammino della fede… E questa memoria ci fa bene, perché rende ancora più intensa questa vigilante attesa del Natale. Un giorno quieto. La memoria che prende dall’inizio l’elezione del popolo: «Gesù Cristo, Figlio di Davide, Figlio di Abramo» (Mt 1,1). Il popolo eletto, che cammina verso una promessa con la forza dell’alleanza, delle successive alleanze che va facendo. Così è il cammino del cristiano, così è il nostro cammino, semplice. Ci è stata fatta una promessa, ci è stato detto: cammina alla mia presenza e sii irreprensibile come è nostro Padre. Una promessa che sarà piena, alla fine, ma che si consolida con ogni alleanza che noi facciamo con il Signore, alleanza di fedeltà; e ci fa vedere che non siamo stati noi a eleggere: ci fa capire che tutti noi siamo stati eletti. L’elezione, la promessa e l’alleanza sono come i pilastri della memoria cristiana, questo guardare indietro per andare avanti.
Questa è la grazia di oggi: fare memoria. E quando noi ascoltiamo questo passo del Vangelo, c’è una storia, una storia di grazia, tanto grande; ma anche una storia di peccato. Nella strada sempre troviamo grazia e peccato. Qui, nella storia della salvezza ci sono grandi peccatori, in questa genealogia (cfr Mt 1,1-17), e ci sono dei santi. E anche noi, nella nostra vita, troveremo lo stesso: momenti di grande fedeltà al Signore, di gioia nel servizio, e qualche momento brutto di infedeltà, di peccato che ci fa sentire il bisogno della salvezza. E questa è anche la nostra sicurezza, perché quando noi abbiamo bisogno di salvezza, noi confessiamo la fede, facciamo una confessione di fede: “Io sono peccatore, ma Tu puoi salvarmi, Tu mi porti avanti”. E così si va avanti nella gioia della speranza.
Nell’Avvento abbiamo incominciato a percorrere questo cammino, aspettando in vigilante attesa il Signore. Oggi ci fermiamo, guadiamo indietro, vediamo che il cammino è stato bello, che il Signore non ci ha delusi, che il Signore è fedele. Vediamo anche che sia nella storia, sia nella nostra vita ci sono stati momenti bellissimi di fedeltà e momenti brutti di peccato. Ma il Signore è lì, con la mano protesa per rialzarti e dirti: “Vai avanti!”. E questa è la vita cristiana: vai avanti, verso l’incontro definitivo. Questo cammino di tanta intensità, in vigilante attesa che venga il Signore, non ci tolga mai la grazia della memoria, di guardare indietro tutto quello che il Signore ha fatto per noi, per la Chiesa, nella storia della salvezza. E così capiremo perché oggi la Chiesa fa leggere questo passo che può sembrare un po’ noioso, ma qui c’è la storia di un Dio che ha voluto camminare con il suo popolo e farsi, alla fine, un uomo, come ognuno di noi.
Che il Signore ci aiuti a riprendere questa grazia della memoria. “Ma è difficile, noioso, ci sono tanti problemi…”. L’autore della Lettera agli Ebrei ha una frase bellissima per le nostre lamentele, bellissima: “Stai tranquillo, ancora non sei arrivato a dare il sangue” (cfr 12,4). Anche un po’ di umorismo, da parte di quell’autore ispirato, per aiutarci ad andare avanti. Il Signore ci dia questa grazia.
SALUTO FINALE
Vorrei ringraziarvi per questa concelebrazione, per questo accompagnarmi in questo giorno: grazie tante! E Lei, Eminenza, Cardinale decano, per le Sue parole tanto sentite: grazie tante!
Da alcuni giorni mi viene in mente una parola, che sembra brutta: vecchiaia. Spaventa, almeno, spaventa… Anche ieri, per farmi un dono, mons. Cavaliere mi ha regalato il De senectute di Cicerone - una goccia in più… Ricordo quello che ho detto a voi il 15 marzo [2013], nel nostro primo incontro: “La vecchiaia è sede di saggezza”. Speriamo che anche per me sia questo. Speriamo che ci sia così!
Mi viene in mente anche - siccome è venuto tanto presto, siccome è venuta tanto presto – mi viene in mente quel poema… credo di Plinio: «Tacito pede lapsa vetustas» [Ovidio]: con passo silenzioso ti viene addosso la vecchiaia. E’ un colpo! Ma quando uno la pensa come una tappa della vita che è per dare gioia, saggezza, speranza, uno ricomincia a vivere. E mi viene in mente anche un’altra poesia che vi ho citato quel giorno a voi: «La vecchiaia è tranquilla e religiosa» – «Es ist ruhig, das Alter, und fromm» [Hölderlin].
Pregate perché la mia sia così: tranquilla, religiosa e feconda. E anche gioiosa. Grazie.
 
(Da Radio Vaticana)
입력 : 2016.12.14 오후 9:25:02
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