Cardinal Grech: 'Synodality, theme for reform of Roman Curia'
合同總會案(Synodalitas)을 교황청 대개혁의 주제로, 교황님 예방.
교황청 세계주교시노드위원회 총무 마리오 그레취 추기경.
By Deborah Castellano Lubov As the Cardinals of the universal Church arrive in the Vatican to discuss the reform of the Roman Curia, synodality will be an important element of their discussions.
In an interview with Vatican News, Cardinal Mario Grech, the General Secretary of the Synod of Bishops, made this observation as he discussed synodality in the Church.
He was speaking on the sidelines of a press conference on Friday at the Holy See Press Office presenting the second phase of the synodal process: the Continental Phase of the Synod on synodality, on the theme “For a synodal Church: communion, participation and mission.”
The press conference was held one day before the Holy Father will hold an ordinary consistory for the creation of 20 new Cardinals on Saturday in the Vatican, followed by an encounter of the globe’s Cardinals to discuss the reform of the Roman Curia following the 19 March publication of the Apostolic Constitution Praedicate Evangelium.
Q: Cardinal Grech, synodality, to some faithful, still remains a somewhat obscure concept. How can everyday Catholics relate to synodality? And what impact does it have on the ordinary lives of the faithful?
I think it is difficult even for me [laughing to himself]. Why do I say this? Because we are in a learning process. As a matter of fact, when we initiated the process a year ago, things were not as clear as they are today. And we still have to learn. I really am expecting that the synodal process, especially the last phase, which will be the Synod for Bishops, will help us to understand what in practice Synod already means, how we are going to build a Synodal Church, what the synod style really means for the parish, for the dioceses, for the ecclesiastical province, now for the whole Church. Well, I mean, even for the reform of the Curia, now, we are going to have now the consistory and it's the subject for our meetings. I mean, it's not a secret, but the theme in that [Apostolic] Constitution, the Holy Father speaks about synodality.
That is an appeal. For us at the Holy See, we all need to have an open heart and an open mind to learn not what people say about synodality, but what the Holy Spirit will communicate to us to become [even more fully] Church.
Q: What are the most important findings in this second stage and how will it be used to further inform the synodal journey?
I cannot enter into details because they have just received the reports from the Episcopal conferences. To date we received 103, which is not a small number, considering that in the past, the number was very, very low.
The fact that we now have received from the Episcopal Conferences 103 syntheses out of 114, and that they reacted in a very active way in producing this document - which is not a document and is the result of a discernment - speaks loads about the local Churches.
Q: How did and do current events such as conflicts, religious persecution and the pandemic, factor into synodality and this continental phase?
Obviously, it renders the process more difficult. In fact, I heard various bishops saying that they had difficulty organizing this first phase of the consultation, because of the pandemic, or [because] of conflicts. But on the other side, I believe that a Synodal Church will give an answer, and will help us address conflicts and difficulties that the People of God and society are facing.
Q: What concrete fruits of synodality would you like to see come to fruition?
I would like to see the People of God moving onwards together. Unfortunately, at times we know that there are the People of God, but we move in segments now: clergy, laity, religious, bishop.
I believe that there is no flock without a bishop, no parish priest without a parish, but there is no bishop without a flock. There is no parish priest without the parish community. So, if we really manage to journey together and not only in words, but in concrete terms, I think we would achieve a lot.
Q: And no one is excluded from this dialogue…
Of course. In fact, the invitation is open not only to Catholics. It has its ecumenical dimension. And I can tell you that we received some reports that really highlight this ecumenical dimension of the consultation phase.
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CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO PER LA CREAZIONE DI DI NUOVI CARDINALI
E PER IL VOTO SU ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE
OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Basilica di San Pietro
Sabato, 27 agosto 2022
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Questo detto di Gesù, proprio nel mezzo del Vangelo di Luca, ci colpisce come una freccia: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (12,49).
Mentre è in cammino con i discepoli verso Gerusalemme, il Signore fa un annuncio in tipico stile profetico, usando due immagini: il fuoco e il battesimo (cfr 12,49-50). Il fuoco deve portarlo nel mondo; il battesimo dovrà riceverlo Lui stesso. Prendo solo l’immagine del fuoco, che qui è la fiamma potente dello Spirito di Dio, è Dio stesso come «fuoco divorante» (Dt 4,24; Eb 12,29), Amore appassionato che tutto purifica, rigenera e trasfigura. Questo fuoco – come del resto anche il “battesimo” – si rivela pienamente nel mistero pasquale di Cristo, quando Egli, come colonna ardente, apre la via della vita attraverso il mare tenebroso del peccato e della morte.
C’è però un altro fuoco, quello di brace. Lo troviamo in Giovanni, nel racconto della terza e ultima apparizione di Gesù risorto ai discepoli, sul lago di Galilea (cfr 21,9-14). Questo fuocherello lo ha acceso Gesù stesso, vicino alla riva, mentre i discepoli erano sulle barche e tiravano su la rete stracolma di pesci. E Simon Pietro arrivò per primo, a nuoto, pieno di gioia (cfr v. 7). Il fuoco di brace è mite, nascosto, ma dura a lungo e serve per cucinare. E lì, sulla riva del lago, crea un ambiente familiare dove i discepoli gustano stupiti e commossi l’intimità con il loro Signore.
Ci farà bene, cari fratelli e sorelle, in questo giorno, meditare insieme a partire dall’immagine del fuoco, in questa sua duplice forma; e alla sua luce pregare per i Cardinali, in modo particolare per voi, che proprio in questa celebrazione ne ricevete la dignità e il compito.
Con le parole riportate nel Vangelo di Luca, il Signore ci chiama nuovamente a metterci dietro a Lui, a seguirlo sulla via della sua missione. Una missione di fuoco – come quella di Elia –, sia per quello che è venuto a fare sia per come lo ha fatto. E a noi, che nella Chiesa siamo stati presi tra il popolo per un ministero di speciale servizio, è come se Gesù consegnasse la fiaccola accesa, dicendo: Prendete, «come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21). Così il Signore vuole comunicarci il suo coraggio apostolico, il suo zelo per la salvezza di ogni essere umano, nessuno escluso.
Vuole comunicarci la sua magnanimità, il suo amore senza limiti, senza riserve, senza condizioni, perché nel suo cuore brucia la misericordia del Padre. È quello che brucia nel cuore di Gesù: la misericordia del Padre. E dentro questo fuoco c’è anche la misteriosa tensione, propria della missione di Cristo, tra la fedeltà al suo popolo, alla terra delle promesse, a coloro che il Padre gli ha dato e, nello stesso tempo, l’apertura a tutti i popoli – quella tensione universale –, all’orizzonte del mondo, alle periferie ancora ignote.
Questo fuoco potente è quello che ha animato l’apostolo Paolo nel suo instancabile servizio al Vangelo, nella sua “corsa” missionaria guidata, spinta sempre in avanti dallo Spirito e dalla Parola. È anche il fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni.
Questo, fratelli e sorelle, è il fuoco che Gesù è venuto a “gettare sulla terra”, e che lo Spirito Santo accende anche nei cuori, nelle mani e nei piedi di coloro che lo seguono. Il fuoco di Gesù, il fuoco che porta Gesù.
Poi c’è l’altro fuoco, quello di brace. Anche questo il Signore vuole comunicarci, perché come Lui, con mitezza, con fedeltà, con vicinanza e tenerezza – questo è lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza – possiamo far gustare a molti la presenza di Gesù vivo in mezzo a noi. Una presenza così evidente, pur nel mistero, che non c’è nemmeno bisogno di chiedere: “Chi sei?”, perché il cuore stesso dice che è Lui, è il Signore.
Questo fuoco arde in modo particolare nella preghiera di adorazione, quando stiamo in silenzio vicino all’Eucaristia e assaporiamo la presenza umile, discreta, nascosta del Signore, come un fuoco di brace, così che questa presenza stessa diventa nutrimento per la nostra vita quotidiana.
Il fuoco di brace fa pensare ad esempio a San Charles de Foucauld: al suo rimanere a lungo in un ambiente non cristiano, nella solitudine del deserto, puntando tutto sulla presenza: la presenza di Gesù vivo, nella Parola e nell’Eucaristia, e la sua stessa presenza fraterna, amichevole, caritatevole. Ma fa pensare anche a quei fratelli e sorelle che vivono la consacrazione secolare, nel mondo, alimentando il fuoco basso e duraturo negli ambienti di lavoro, nelle relazioni interpersonali, negli incontri di piccole fraternità; oppure, come preti, in un ministero perseverante e generoso, senza clamori, in mezzo alla gente della parrocchia. Mi diceva un parroco di tre parrocchie, qui in Italia, che aveva tanto lavoro. “Ma tu sei capace di visitare tutta la gente?”, ho detto. “Sì, conosco tutti!” – “Ma tu conosci il nome di tutti?” – “Sì, anche il nome dei cani delle famiglie”. Questo è il fuoco mite che porta l’apostolato alla luce di Gesù.
E poi, non è fuoco di brace quello che ogni giorno riscalda la vita di tanti sposi cristiani? La santità coniugale! Ravvivato con una preghiera semplice, “fatta in casa”, con gesti e sguardi di tenerezza, e con l’amore che pazientemente accompagna i figli nel loro cammino di crescita. E non dimentichiamo il fuoco di brace custodito dai vecchi – sono un tesoro, tesoro della Chiesa – il focolare della memoria, sia nell’ambito familiare sia in quello sociale e civile. Quant’è importante questo braciere dei vecchi! Attorno ad esso si radunano le famiglie; permette di leggere il presente alla luce delle esperienze passate, e di fare scelte sagge.
Cari fratelli Cardinali, nella luce e nella forza di questo fuoco cammina il Popolo santo e fedele, dal quale siamo stati tratti noi, da quel popolo di Dio, e al quale siamo stati inviati come ministri di Cristo Signore. Che cosa dice in particolare a me e a voi questo duplice fuoco di Gesù, il fuoco irruente e il fuoco mite? Mi pare che ci ricordi che un uomo di zelo apostolico è animato dal fuoco dello Spirito a prendersi cura coraggiosamente delle cose grandi come delle piccole, perché “non coerceri a maximo, contineri tamen a minimo, divinum est”. Non dimenticare: questo porta San Tommaso nella Prima Primae. Non coerceri a maximo: avere grandi orizzonti e grande voglia di cose grandi; contineri tamen a minimo, è divino, divinum est.
Un Cardinale ama la Chiesa, sempre con il medesimo fuoco spirituale, sia trattando le grandi questioni sia occupandosi di quelle piccole; sia incontrando i grandi di questo mondo – deve farlo, tante volte –, sia i piccoli, che sono grandi davanti a Dio. Penso, ad esempio, al Cardinale Casaroli, giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente e paziente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda – e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto!
Ma agli occhi di Dio hanno altrettanto valore le visite che regolarmente egli faceva ai giovani detenuti in un carcere minorile di Roma, dove era chiamato “Don Agostino”. Faceva la grande diplomazia – il martirio della pazienza, così era la sua vita – insieme alla visita settimanale a Casal del Marmo, con i giovani. E quanti esempi di questo tipo si potrebbero portare! Mi viene in mente il Cardinale Van Thuân, chiamato a pascere il Popolo di Dio in un altro scenario cruciale del XX secolo, e nello stesso tempo animato dal fuoco dell’amore di Cristo a prendersi cura dell’anima del carceriere che vigilava sulla porta della sua cella.
Questa gente non aveva paura del “grande”, del “massimo”; ma anche prendeva il “piccolo” di ogni giorno. Dopo un incontro nel quale il Cardinale Casaroli aveva informato San Giovanni Paolo II della sua ultima missione – non so se in Slovacchia o in Cechia, uno di questi Paesi, si parlava di alta politica –, e quando se ne stava andando il Papa lo chiamò e gli disse: “Ah, Eminenza, una cosa: Lei continua ad andare da quei giovani carcerati?” – “Sì” – “Non li lasci mai!”. La grande diplomazia e la piccola cosa pastorale. Questo è il cuore di un prete, il cuore di un Cardinale.
Cari fratelli e sorelle, ritorniamo con lo sguardo a Gesù: solo Lui conosce il segreto di questa magnanimità umile, di questa potenza mite, di questa universalità attenta ai dettagli. Il segreto del fuoco di Dio, che scende dal cielo rischiarandolo da un estremo all’altro e che cuoce lentamente il cibo delle famiglie povere, delle persone migranti, o senza una casa. Gesù vuole gettare anche oggi questo fuoco sulla terra; vuole accenderlo ancora sulle rive delle nostre storie quotidiane. Ci chiama per nome, ognuno di noi, ci chiama per nome: non siamo un numero; ci guarda negli occhi, ognuno di noi, lasciamoci guardare negli occhi, e ci chiede: tu, nuovo Cardinale – e tutti voi, fratelli Cardinali –, posso contare su di te? Quella domanda del Signore.
E non voglio finire senza un ricordo al cardinale Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa, che ieri, all’arrivo a Roma, si sentiva male ed è stato ricoverato per un problema al cuore e gli hanno fatto, credo, un intervento, qualcosa del genere. Preghiamo per questo fratello che doveva essere qui ed è ricoverato. Grazie. **********************************************************************************
cf. 참고: 1981~1984 전자북 - electronic-book of this Servant Hall of Msgr. Byon - 조회 : 127
한국천주교회를 불태운 순교정신의 불길
Pope John Paul I: ‘Beatification overcomes fake news about his death’The Holy See Press Office brings together several key people in the beatification of Pope John Paul I, which takes place in the Vatican on Sunday, to explore his legacy and dispel the suspicions surrounding his unexpected death after the briefest pontificate in modern history.
By Salvatore CernuzioHe has gone down in history as the Pope of the 34-day pontificate, as the "Smiling Pope" or, even worse, as the Pope whose sudden death led to numerous conspiracy theories. The imminent beatification helps to better know and even discover the imposing figure of John Paul I, as well as his teaching, spiritual depth, and theological learning. The Holy See Press Office held a press conference on Friday, which saw Cardinal Beniamino Stella, the postulator of his cause, joined by Stefania Falasca, the deputy postulator; Lina Petri, his niece; Sister Margherita Marin, the first person to find his lifeless body; and, Fr. Juan José Dabusti, an Argentine priest who prayed for the healing of the little girl miraculously cured by the soon-to-be Blessed John Paul I. Granddaughter Lina: "He helped Jews during the war"The press conference offered the opportunity for two women whom Albino Luciani knew well to share their memories of the man who would become Pope John Paul I. Sister Margherita Marin, a nun of the Congregation of the Sisters of the Child Mary, was an assistant at the papal apartment, when she and Sister Vincenza Taffarel found the lifeless body of the Pope on 28 September 1978. His niece, Lina Petri, daughter of his sister Antonia, recalled the postcards sent from Rome "from her uncle," as well as his advice, their chats about St. Augustine and St. Thomas. Ms. Petri also spoke about a phone call her uncle the Pope had with her sister, in which he mentioned the meeting in Belluno between Hitler and Mussolini and said in dialect, "We are in the hands of two madmen!" Ms. Petri also spoke about her uncle's assistance to people in distress during the war, especially Jews. Presenters at the press conference
Cardinal Stella: "His message important for today's world"Cardinal Beniamino Stella shared his thoughts on the cause for beatification, saying that Pope Benedict XVI gave a deposition about his predecessor. This, he noted, was the first time in which “a Pope has given de visu testimony about another Pope.” The cause for beatification, which has received impetus from the Church in Brazil and as far afield as Argentina, has moved slowly. However, it is precisely the slow pace which has allowed for painstaking work. "The cause of Pope John Paul I," stressed Cardinal Stella, "was neither longer than others, nor shorter and easier than others. It involved in-depth research without discounts: accurate, conscientious, scrupulous, conducted according to the historical-critical method, and based on a serious investigation of the archival sources, a focused bibliographic research and a rich testimonial panorama." Listen to our report
Piecing together historyIt was precisely the acquisition of the sources and an impressive amount of documents, now collected by the John Paul I Vatican Foundation, that enabled the "analytical analysis" which allowed for a proper historical reconstruction, said Ms. Falasca. "On the level of historiographical interest," stressed the deputy postulator and vice president of the Vatican foundation, "John Paul I has had a modest space. His work, personality and thought have been little visited." T he cause for canonization has therefore rendered "a service to historical truth, acquiring all the documentation to really talk about John Paul I." The goal, above all, she said, was to “completely reconstruct an itinerary of which the pontificate was the tip of an iceberg." Thanks to scientific research, said Ms. Falasca, it was possible to upend the fake news about death by poisoning that "persisted for a long time." She called this conspiracy theory a lie which “has engulfed for so many years the consistency and magisterial caliber of this man and this Pope." "It is incredible that 44 years after his death we are still wondering why he was murdered," she exclaimed, saying the sources helped overcome the false narrative. Funeral of John Paul I
Reports and medical recordsIn the case of Luciani's death, the postulators spoke of acquiring medical records, court depositions, doctors’ reports, including those of the pontifical primary physician, Dr. Mario Fontana and Dr. Renato Buzzonetti – who had drawn up the cause of death and clinical status, medical history, and provided for the preservation of the late Pope’s body. "Some people ask: ‘why wasn't an autopsy performed?’ There was no law then, since John Paul II introduced it in 1983. Also, an autopsy is requested on suspicion, and Fontana and Buzzonetti, in their death report, wrote that they did not think it was necessary," Falasca said. The viewing of the corpse, the description of the stains that made it possible to re-establish the time of death, led the two professionals to decree Luciani's as "sudden death." And "when you write like that in forensics, it's always natural death," the journalist stressed, "It was a heart attack." Pope John Paul I himself, who enjoyed "good health although with some past history," had warnings of a heart attack the night before through a hint of chest pain which he mistook for rib-cage pain. He did not give it too much thought, and went to bed greeting the sisters as he did every night and telling Sister Margaret his last sentence, "Tomorrow we will see each other, if the Lord still wishes it, and we will celebrate Mass together." Sister Margherita Marin
Ironed shirtsSpeaking in a feeble voice, the nun reported these strong memories, along with short but significant anecdotes that restore the image of the man Albino Luciani. For example, one time in the afternoon, seeing the nun ironing, the Pope, who was going back and forth with papers in his hand, said, "Nun, I make you work so hard.... But don't iron that shirt so well because it's hot, I sweat, and I need to change them often. Iron only the collar and cuffs, since the rest can't be seen, you know." A yellowed sheet of paper with notes on the theological virtuesJohn Paul I often walked about with sheets of paper in hand, and he was found dead with one clutched in this hand. The paper contained notes on the virtue of prudence at the center of the catechesis of the following Wednesday's General Audience. In the Foundation's archives – which cover the period from 1929 to 1978 – diaries, notepads, notes, and transcripts have been recovered that show how everything Luciani said "was never left up to improvisation." From among these notes was taken the relic which will be presented to Pope Francis on Sunday: not a fragment of bone or a body part as is usually the case, but a white piece of paper, yellowed by time, about ten centimeters in size, in which the Pope wrote an outline for a spiritual reflection on the three theological virtues that recalls the magisterium of the General Audiences. "It is the emblem of his entire spirituality and his search for the seven lamps of sanctification," said Ms. Stefania Falasca. “It was the outline of his pontificate." Relic of JPI
Blessed’s portrait is work of a Chinese artistSt. Peter's Square on Sunday will display the portrait painted by Chinese artist Yan Zhang, the making of which was shown in an evocative video by journalist Teresa Tseng. The film was shown in the Holy See Press Office, along with a video sent from Buenos Aires by young woman, Candela Giarda, who received the miracle which cleared the path for John Paul I’s beatification, along with her mother, Roxana Sosa, who were unable to come to Rome because of a fracture in the girl's foot. Fr. Dabusti: " Holy Spirit suggested I pray for the sick child"The story of the young girl, who was then suffering from a malignant refractory epilepsy, and her miraculous healing was told by Father Juan José Dabusti. The Argentine priest recounted how he was faced with her mother’s desperation, as she called him to her daughter's bedside after doctors told her she would not live through the night. He suggested they should pray together to Albino Luciani. "Looking at her in that condition, I was inspired to turn to John Paul I to ask for the healing of her child, and together with her, and some nurses present, I prayed to him," the priest recounted. "Until that moment I had never prayed to John Paul I for a healing. Why did I propose to Roxana to pray there for Luciani to intercede for Candela's healing? I don't know. It was the Holy Spirit."
02 September 2022, 19:24
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